Convenzione tra 12 Comuni della Provincia di Treviso volta alla verifica della fattibilità di Unioni
Nella seduta di Consiglio Comunale del 30 agosto 2016 si è discussa e approvata una Convenzione tra 12 Comuni della Provincia di Treviso volta alla verifica della fattibilità di Unioni tra questi stessi Comuni, previa l’elaborazione di uno studio di fattibilità in buona parte finanziato dalla Regione Veneto.
TREVISO, CARBONERA, CASALE SUL SILE, CASIER, MASERADA SUL PIAVE, POVEGLIANO, PONZANO VENETO, PREGANZIOL, RONCADE, SAN BIAGIO DI CALLALTA, SILEA E VILLORBA
Il nostro gruppo ha votato contro la proposta, per i motivi seguenti.
Aldilà di una certa confusione terminologica in Delibera, rispetto alla Deliberazione di Giunta Regionale che aveva come oggetto l’assegnazione e l’erogazione dei contributi necessari al progetto (la nr. 456 del 19/04/2016), abbiamo chiesto quale sia esattamente lo scopo dello studio di fattibilità e chi abbia deciso di stilare una convenzione che mette assieme ben 12 comuni non tutti contigui, da nord a sud di Treviso e con Treviso come capofila e centro ideale.
Le risposte non sono state esaurienti e convincenti e quasi nulla è stato aggiunto rispetto a quanto detto all’incontro con i capigruppo il giorno prima.
Inoltre, ci chiediamo se l’importo stimato per la redazione dello studio di fattibilità, da ripartire tra tutti e 12 i comuni, sia adeguato alle operazioni previste dal programma dei prossimi mesi, quando Comuni e ANCI inizieranno a vagliare la convenienza (organizzativo-gestionale ed economico-finanziaria) nel associare più funzioni e servizi degli enti interessati.
Per inciso, i Comuni verseranno la loro quota parte tramite un fondo dell’IPA (Intesa Programmatica d’Area) MARCA TREVIGIANA, soggetto politico di cui sono membri e al cui recente tavolo di concertazione le Amministrazioni pare abbiano maturato l’intenzione di iniziare il cammino che potrebbe portare all’Unione.
Per fortuna lo studio di fattibilità non è vincolante e i sindaci al termine del progetto potranno tirare le loro conclusioni sulla convenienza dell’aggregazione (anche se in primo luogo sarebbe opportuno fare un sondaggio presso la popolazione, non previsto dalle Unioni).
Tuttavia, ci chiediamo se non sarebbe meglio limitare lo studio ai Comuni di piccole dimensioni, che a differenza di quelli in convenzione hanno realmente necessità di unirsi, lasciando loro anche più risorse per studiare l’Unione (peraltro i piccoli Comuni in Veneto hanno un’incidenza tra le più basse in Italia).
Se poi proprio di fattibilità si parla, ci sembra prioritario chiedere un parere autorevole come quello dell’Ufficio di Controllo della Corte dei Conti in merito ai vantaggi economici che ci si attende dall’Unione per l’area identificata nella Delibera approvata.