Il 2016 inizia con un’Europa che si chiude ancora di più in se stessa.
Trattato di Schengen in Pericolo.
Proprio l’altro ieri, la Svezia ha reintrodotto il controllo dei documenti per chi proviene dalla Danimarca, e chiede l’esenzione temporanea dal trattato a cui si deve la libera circolazione nell’UE. Seguita subito dalla Danimarca, che adotta le stesse misure nei confronti della Germania, che a sua volta le aveva assunte a settembre nella frontiera con l’Austria. Da ieri, dopo 55 anni, la libera circolazione tra Svezia e Danimarca è dunque sospesa.
La Commissione dell’UE ha invitato i rappresentanti dei governi di Svezia, Danimarca e Germania ad una riunione d’urgenza che si terrà nella giornata di oggi a Bruxelles, per “coordinare al meglio la gestione comune” dei flussi tra i Paesi coinvolti e trovare una soluzione condivisa considerando tre elementi: rendere efficaci i controlli all’accesso dei migranti; redistribuzione di chi arriva e di chi ha diritto a restare; allontanamento istantaneo di coloro che vengono considerati illegali.
La decisione di ripristinare i controlli alle frontiere rappresenta un ulteriore colpo al trattato di Schengen e, di conseguenza, all’Unione Europea.
Il Codice Frontiere Schengen prevede che gli Stati membri abbiano la possibilità di ripristinare temporaneamente il controllo alle frontiere interne nel caso sussista una seria minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza interna. Tale ripristino deve tuttavia rimanere un’eccezione, dev’essere considerato come extrema ratio, e deve rispettare il principio di proporzionalità. Tuttavia continua ad aumentare il numero dei Paesi che, allarmati dall’aumento dei flussi migratori, hanno istituito nuovi controlli alla frontiera sospendendo temporaneamente gli accordi di Shengen, sia per gli eventi che chiedono un’azione immediata, sia per i casi di avvenimenti prevedibili.
Ad oggi sono già sei i Paesi europei che hanno sospeso gli accordi, e non è detto che nel breve periodo non possa aumentarne il numero: Ma è questa la soluzione al problema del flusso di migranti verso l’Europa?
Perché non aumentare i controlli nei confini esterni dell’UE e difendere in modo più efficace le frontiere esterne?
Urge la necessità, ancora una volta, ancora, che i 28 Paesi dell’ UE si siedano attorno ad un tavolo per trovare soluzioni comuni, per regolamentare INSIEME un fenomeno enorme e complesso come quello dell’immigrazione.
L’immigrazione non è un “diritto” in sé.
Ricordiamo che ad ogni diritto corrisponde un dovere, e che l’adempimento di questo dovere dev’essere possibile. Esiste certamente anche un dovere morale, di solidarietà umana, ad aiutare ed accogliere le persone in condizione di bisogno. Questo dovere deve essere esercitato di concerto con gli altri stati membri dell’ UE, nei limiti in cui sia realisticamente possibile, nei limiti in cui l’accoglienza offerta sia dignitosa.
David Borrelli