Oltre alle eccellenze enogastronomiche come il radicchio e il vino, a Treviso c’è un altro bene molto prezioso che in molte zone scorre sotto i nostri piedi: l’acqua delle risorgive. Purtroppo, in questi giorni, chi dovrebbe preservarlo e tutelarlo se ne è totalmente dimenticato.
Il fiume Limbraga, che costeggia la strada Acquette nel quartiere di Santa Maria del Rovere a Treviso, è un fiume di risorgiva e da poco più di una settimana vive uno dei momenti più drammatici della sua esistenza. Giovedì scorso il gruppo GrilliTreviso, costituito dagli attivisti del MoVimento 5 Stelle, è stato contattato dal vivaio Priola, che ha segnalato la totale mancanza di acqua e la conseguente moria di pesci e larve nell’alveo del Limbraga. Quando siamo arrivati sul posto abbiamo potuto soltanto constatare la veridicità della denuncia, ovvero che il Limbraga non c’era più. A testimonianza della situazione, abbiamo realizzato un dettagliato reportage video e fotografico.
Allo scopo di ricevere chiarimenti, lo stesso 9 marzo abbiamo immediatamente contattato l’Ufficio Caccia e Pesca della Provincia di Treviso, il quale ci ha assicurato che l’indomani, venerdì 10 marzo, si sarebbe adoperato per aprire alcune chiuse e che, a partire da lunedì 13 marzo, la situazione si sarebbe del tutto normalizzata, con la riapertura di tutte le chiuse.
La parziale riapertura di venerdì 10 non ha comportato alcun sostanziale cambiamento, e resta il fatto che il naturale ciclo vitale del fiume è stato compromesso in modo serio.
Siamo tornati sul posto anche ieri, per monitorare la situazione. Facendo alcune ricerche abbiamo scoperto che il Limbraga nasce da una risorgiva che attraversa la zona di Lancenigo; quindi ci siamo recati proprio lì dove, guarda caso, si sta realizzando un impianto interrato di gas metano che interessa i comuni di Villorba e Carbonera.
Abbiamo raccolto testimonianze secondo le quali, nel periodo di gennaio, nel cantiere sono state estratte – con oltre mezza dozzina di pompe – migliaia di litri d’acqua: fatto di per sé non eclatante se si pensa che la zona è ricca di acqua – come tutta Treviso – e generalmente basta scavare pochi metri per poterla trovare. Ma il dubbio che ci viene è in effetti un altro, ovvero: in quel luogo ci sono ancora le risorgive del Limbraga? È possibile che i lavori effettuati in questo punto preciso, sommati alle successive chiusure, abbiamo in effetti potuto danneggiare il corso naturale del fiume Limbraga? E se sì, esiste ancora il Limbraga?
Inoltre, abbiamo appreso dai quotidiani locali che a restringere il letto del fiume hanno contribuito anche i lavori di cantiere di un privato.
Una situazione analoga si può constatare anche in villa Manfrin, dove il canale dell’area ludica e il fossato, che costeggia il perimetro esterno su viale Felissent, sono secchi da oramai parecchi mesi.
Chiediamo pertanto che, chi di competenza, fornisca alla cittadinanza risposte chiare e dettagliate in merito a questo grave episodio.
Rivogliamo la nostra acqua e vogliamo preservare e tutelare le specie ittiche che popolano il Limbraga.
Andremo avanti finché non troveremo cause e responsabili di questo danno e di questa privazione per la nostra amata città.
Comunicato stampa inviato a media e giornali il 13/03/2017
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